Comunicato del 30/05/2008
Carissimi Gallipolini, il GALLIPOLIcalcio è una grande ricchezza non soltanto per gli sportivi e per i tifosi, ma per l’intera città e per tutta la collettività salentina. Almeno così lo valuta il sottoscritto, che non ha mai mancato di profondere energie e risorse per trasformare un sogno collettivo in realtà. In questi anni di trionfi (tanti) e di delusioni (poche, pochissime direi…), la nostra squadra ha portato in Italia l’immagine, le bellezze, la storia e le tradizioni non soltanto della Città Bella ma di un intero territorio, del Salento tutto. Quando ho rilevato questa società, avevo in mente progetti ambiziosi che non riguardavano soltanto il mondo del calcio e dello sport. Il GALLIPOLIcalcio è stato ed è, tuttora, un progetto sociale. In questi anni, i colori giallorossi del “Magico Gallo” ci hanno regalato successi, divertimento, distensione, vittorie, onori e prestigio. Siamo passati dalle trasferte nei piccoli campi di periferia ai campi di Perugia, Salerno, Lucca, Taranto, Pescara, Ancona, Sambenedetto, spesso imponendo il nostro gioco. Abbiamo vinto campionati e coppe; abbiamo conseguito quattro promozioni consecutive, passando dall’anonimato agli onori della cronaca.
Sulla nostra società si sono accesi i riflettori del calcio nazionale e degli addetti ai lavori. Se mi volto indietro, pensando alle tante soddisfazioni che ci ha regalato il nostro Gallipoli, il mio viso si illumina al pensiero di tanti campioni che abbiamo incontrato sulla nostra strada. Vado indietro con la memoria e penso al bomber Gigi Di Pasquale; ai fenomeni dai piedi buoni, Leone e Ciccarese; al genio di Riccardo; a “Re Leone” Innocenti; al “Nacho” Castillo; agli infaticabili argentini, Raimondi e Capece; a Pagana, il “Maradona dell’Etna”; al “capitano di sempre” Minadeo. E poi a chi ci avrebbe dovuto prendere per mano e accompagnare in serie B: Di Gennaro, Ginestra, Monticciolo, Russo, Vastola, Correa... e chissà quanti ne sto dimenticando. Volevamo la serie B a tutti i costi. E credo che avevamo le carte in regola per centrarla. Poi… Poi è andata come non avrei mai pensato che potesse andare. In questi anni ho profuso energia e sforzi sovrumani per raggiungere quel traguardo; ho combattuto come un leone per consegnare alla città questo premio, questo riconoscimento, questa meta che meritano tutti i cittadini.
Tutti, indistintamente. Tutti, presi uno ad uno. Tutti! Per l’affetto ed il calore con cui ci hanno sostenuto all’Antonio Bianco; per l’affetto ed il calore con cui ci sono stati accanto e ci hanno incitati in memorabili trasferte; per l’affetto ed il calore con cui ci hanno accolto al ritorno dai nostri trionfi. Come si può dimenticare Corso Roma vestito a festa di giallorosso al nostro ritorno da Sanremo, mentre alzavamo la prestigiosa Coppa Italia? Volevamo la serie B a tutti i costi, ma non ci siamo riusciti. Anzi, non ci sono riuscito! E adesso anche il “Leone” Vincenzo BARBA è stanco. Stanco di lottare contro tutto e contro tutti, in solitudine. Stanco di spiegare che il Gallipoli è un bene di tutti, non una mia disponibilità di cui fare liberamente ciò che desidero. Una squadra di calcio è un bene pubblico, un bene della collettività, non una risorsa privata del patron di turno. Una squadra di calcio degna di questa città e delle sue ambizioni, una squadra che voglia emergere, una squadra che voglia regalare ai suoi tifosi le soddisfazioni che meritano non può vivacchiare nella mediocrità, non può galleggiare in una categoria senza lo stimolo necessario per raggiungere vette più alte. E per far ciò c’è bisogno di investimenti ed impegni importanti che non è più pensabile, né giusto né onesto chiedere soltanto ad una sola persona.
Sono continuamente deluso di convocare assemblee che si risolvono soltanto in un nulla di fatto, nell’erroneo convincimento che tanto, alla fine, Vincenzo BARBA i sacrifici continuerà a farli da solo – tanto a lui piace… - mentre tutti gli altri potranno beatamente riprendere a fare orecchio da mercante… L’ho sempre detto: io sarei anche disposto ad investire il doppio ed il triplo degli altri. Ma pretendo che tutta “la-Gallipoli-che-può” si faccia un esame di coscienza e passi dall’assenza alla presenza, dalle parole ai fatti. Adesso basta! Adesso è giunto veramente il momento di dare vita non soltanto ad una squadra in campo, ma anche e soprattutto ad una squadra fuori dal campo, una squadra fatta di imprenditori, professionisti e uomini di buona volontà che possano e vogliano investire proprie risorse per garantire al “Magico Gallo” ed ai suoi tifosi un futuro importante, degno del suo recente passato.
Chi vuole il bene di Gallipoli e del “GALLIPOLIcalcio” deve farsi avanti!!! Se accanto a me raccoglierò la collaborazione che mi auspico, proseguiremo con un piano strategico anche più ambizioso di quello degli anni passati, per dare alla città tutti i traguardi possibili e immaginabili. Se, invece, sarò lasciato ancora solo, non supportato, nell’indifferenza generale, il 30 giugno 2008, dopo aver saldato tutti i conti, dopo aver pagato tutto a tutti, rassegnerò le mie irrevocabili dimissioni da presidente e amministratore unico del GALLIPOLIcalcio. Augurandomi, come sono certo, che altri più bravi, più capaci e più meritevoli di me sapranno scendere in campo e raggiungere gli obiettivi che io, da solo, non sono stato in grado di raggiungere. Con affetto, unitamente ad un forte abbraccio.
Vincenzo Barba
Ragazzi che dire,non facciamo scherzi...aiutiamo e aiutate Barba...ha pienamente ragione,se se ne va è finita davvero...non facciamo sfumare questo sogno!!!
VINCENZO BARBA UNO DI NOI......